Latte alle ginocchia (dal cancro ai bambini malati). – mizioblog

Mizio Ratti
16 Ottobre 2021
Categoria: Mizioblog

Nel dicembre dell’anno scorso sono entrato nella sala riunioni di LatteMilano e ho detto: “Non parteciperemo a questa gara per 3 motivi. Primo: non crediamo nel vostro progetto. Secondo: non abbiamo fiducia nel vostro nuovo direttore marketing. Terzo: non crediamo nella trasparenza di questa consultazione”.

LatteMilano era nostro cliente. Lo avevamo vinto in un pitch creativo due anni prima e avevamo lavorato bene per loro. Poi è arrivato un nuovo direttore marketing e come sempre ha rimesso tutto in indiscussione. Ma questo purtroppo è un classico, ci passano tutte le agenzie. Aggiungo solo che abbiamo a rinunciato una gara in cui, oltre a noi, era presente solo un’altra struttura, quindi avevamo in teoria almeno il 50% delle possibilità di vincerla (ma in pratica erano molte molte meno).

Comunque.

Il motivo per cui abbiamo rinunciato alla gara si chiama ETICA PROFESSIONALE.
Oltre al fatto che eravamo sicuri di perderla, non abbiamo giudicato morale il progetto che ci avevano sottoposto: l’idea di marketing era di sfruttare come testimonial Umberto Veronesi e, di conseguenza, l’Istituto Oncologico Europeo: la scusa era quella di sfruttare la milanesità dell’ex Ministro per pubblicizzare un prodotto radicato sul territorio. Ma noi non capivamo comunque, a parte la l’assurdità del brief, cosa c’azzeccasse il latte con il cancro.

Ebbene, leggo oggi su Advexpress che LatteMilano uscirà con una campagna a sostegno della Fondazione Don Carlo Gnocchi (la causa adesso è la cardiochirurgia infantile) mentre il testimonial è Enzo Iacchetti.

Insomma, cosa è successo?
Veronesi, che evidentemente è una persona seria, ha rifiutato. E allora? Altro giro di giostra: altra causa, altro testimonial, altro buonismo da dare in pasto ai consumatori per vendere qualche prodottino in più. “Cazzo, non c’abbiamo più i malati di cancro… cosa c’è che fa pena allo stesso modo? Ma sì, i bambini malati!”

Ieri Intesa Sanpaolo con una campagna tv, oggi LatteMilano. Entrambi i marchi che fanno leva sul pietismo. E’ un po’ preoccupante questa tendenza, non trovate? La crisi ci sta forse togliendo quel residuo di etica e dignità professionale che ci erano rimasti?
Spero di no. E spero che queste cose non facciano solo schifo a me, che sono uno dei pubblicitari più cinici di tutti i tempi.