Emilio Haimann ha risposto al mio post. Non lo ha fatto qui su mizioblog, dove l’ho pubblicato, né sul blog adci, dove è stato ripreso. Ha risposto su Bad Avenue. Anzi, a essere più precisi ha risposto a Donald Draper, ma all’interno del suo intervento ha citato anche me.
Haimann: “Ratti, come fai a dire che ho presentato 7 proposte in una gara? Fai i giochini? Io non so che cosa hai presentato tu. E, comunque, questo mi conferma solo che le gare sono proprio uno schifo. E, se anche fosse vero delle 7 proposte, prova a spiegare a tutti che cosa ci sarebbe di male, così rendiamo questa conversazione utile e non sterile”.
Emilio, ti spiego qual è la mia filosofia personale riguardo le speculative.
Al contrario di Massimo Guastini, ad esempio, io non credo che si debbano fare solo le gare retribuite. Primo perché credo che un’azienda cliente abbia tutto il diritto di testare diverse agenzie ogni tanto, secondo perché comunque il rimborso spese non ripaga mai gli sforzi profusi dall’agenzia. Ma anche se per me il rimborso non è una condizione necessaria scelgo le gare con molta oculatezza, tant’è che negli ultimi anni ne abbiamo fatte poche.
Perché ne abbiamo fatte poche?
Perché per fortuna ultimamente possiamo permetterci di rinunciare a quelle che non ci convincono, perché abbiamo capito che è più importante coltivare i clienti che hai senza togliere loro il tempo e le energie per fare tante gare assurde, ma soprattutto perché negli ultimi anni le speculative sono sempre più selvagge.
Anche se di gare ne ho fatte poche ultimamente, ne ho fatte moltissime durante la mia carriera professionale. E, dato che sono originario di un paesino ligure di tremila anime, che mio padre faceva il marittimo, che mia madre era casalinga e che i miei due soci provengono da famiglie sfigate come la mia, se non avessi vinto la maggior parte delle gare a cui ho partecipato non sarei riuscito a trasformare una coppia di freelance in un’agenzia che oggi lavora anche con clienti internazionali. Perché i clienti che ho acquisito purtroppo non arrivano né da giri di conoscenze (che non ho) né dai network a cui non appartengo. Premetto questo solo per farti capire che, per forza di cose, ho sviluppato un buon istinto riguardo le gare.
A quali gare partecipo allora?
A quelle in cui il committente e i concorrenti mi sembrano seri e in numero ridotto. E quindi prima di accettare a una gara pretendo sempre di sapere chi c’è oltre alla nostra agenzia. Quest’ultima gara era molto borderline, ammetto che in questo caso non ho dato retta all’istinto, ma avevo la coppia junior scarica, inoltre il fatto che ci foste anche voi mi sembrava una garanzia.
Noi abbiamo presentato per ultimi. E non per “giochini” come dici tu, ma perché per lavorare, evidentemente, abbiamo chiesto più tempo di te. Comunque prima di iniziare l’esposizione ho chiesto semplicemente se gli altri avessero già presentato e quante proposte avessero portato. Ho domandato anche se avessi presentato tu di persona, se vuoi saperne di più. Sono informazioni che cerco sempre di avere, non per ritagliarmi dei vantaggi in gara, ma per capire come lavorano gli altri.
E non ci vedo né “giochini” né niente di male. Al limite puoi dire che il cliente non si sia stato professionale, ma come dovresti aver scoperto non lo è stato solo per questo. Comunque quando mi hanno risposto che avevi portato 7 proposte sono rimasto basito. Ti giuro che non me lo aspettavo.
Mi chiedi di spiegarti perché è sbagliato secondo me portare 7 proposte a un cliente?
Perché rappresenta la negazione della nostra natura di consulenti. 7 proposte sono un po’ un gratta e vinci della serie: “speriamo che ne scelga una”. Non dico che ne vada portata una e basta ma almeno bisogna dare al cliente l’impressione che si hanno le idee chiare su quello che il suo brand dovrebbe fare. Se vogliamo recuperare la credibilità di consulenti, specie su un cliente come quello che voleva fare tv per la prima volta, non possiamo che dimostrarci sicuri. 7 proposte tv sono come raccontare 7 barzellette perché non possono essere supportate da una strategia solida.
Questo almeno secondo me.
Dopodiché ognuno a casa sua fa quel che vuole, ma quando poi ho visto le tue interviste (un consiglio: erano un po’ lunghe) mi sono detto: “Eccheccazzo”. Prima me lo trovo in gara con 7 proposte, poi mi dà lezioni di etica sulle riviste di settore.
Ammetti che un pochino avrebbe fatto incazzare anche te.
Poi, Emilio, volevo dirti un’altra cosa.
Tu sei rimasto schifato dagli esiti della giuria stampa degli Adci Awards, e questo in qualche modo posso capirlo. Potevi telefonare a Guastini e dirglielo, invece hai fatto spedire al Club di cui sei stato due volte vice presidente una lettera del tuo avvocato, e va bene cerchiamo di capire anche questa. Hai deciso poi di chiamare le riviste di settore per dare il massimo risalto alla tua provocazione, ok sono in vena di comprensione.
Però, io ti scrivo dal mio blog, vengo poi ripubblicato da quello dell’Adci e solo linkato nei commenti da Bad Avenue, e tu cosa fai? Mi rispondi su Bad Avenue. Dato che io ti ho scritto pubblicamente non puoi certo spedirmi una mail né una cartolina, lo capisco. Come arrivo a capire che puoi giudicare il mio blog troppo insignificante. Ma perché non hai risposto invece sul blog dell’Adci? Non pretendevo una risposta esaustiva come quella che hai dato a Donald Draper, bastavano anche due righe.
Scrivimi, Emilio, scrivimi.
Perchè non l’hai fatto non lo capisco. O meglio: temo di capirlo bene.
Sarà mica questione di audience? Sarà che hai scritto solo a Bad Avenue perché è il blog più seguito del settore e tu, come io penso e ho scritto, ti stai facendo un po’ di pubblicità in giro? Che non ci sarebbe niente di male a farsi un po’ di pubblicità, d’altronde lo facciamo di mestiere, ma farsi pubblicità dicendo che gli altri sono tutti stronzi non è certo il modo più elegante. O etico, se vogliamo sempre parlare di etica.
Ma questo sempre secondo me, eh.
Ad ogni modo puoi dimostrarmi facilmente che quest’ultima cosa che affermo è sbagliata. Te l’ho già scritto nel mio post. Come? Semplice: il 29 settembre candidati alla Presidenza dell’Adci. Quel giorno tutti noi del consiglio rassegneremo le dimissioni e quindi basta presentarsi con un programma alternativo.
Lo può fare chiunque.
Inoltre hai detto che oggi ti hanno telefonato in tanti, giovani e no, per dirti che hai ragione? Bene, organizzatevi e riprendetevi il Club che noi abbiamo ridotto in macerie.
E già che ci siete salvate anche noi.
Perché qui non è certo l’asilo Mariuccia: ogni volta che ti muovi pesti una merda, o prendi decisioni di merda, o nella migliore delle ipotesi sei un creativo di merda. Che poi la merda porterà anche fortuna, ma alla lunga lappa un po’ la lingua.
Emilio Haimann ha risposto al mio post. Non lo ha fatto qui su mizioblog, dove l’ho pubblicato, né sul blog adci, dove è stato ripreso. Ha risposto su Bad Avenue. Anzi, a essere più precisi ha risposto a Donald Draper, ma all’interno del suo intervento ha citato anche me.
Haimann: “Ratti, come fai a dire che ho presentato 7 proposte in una gara? Fai i giochini? Io non so che cosa hai presentato tu. E, comunque, questo mi conferma solo che le gare sono proprio uno schifo. E, se anche fosse vero delle 7 proposte, prova a spiegare a tutti che cosa ci sarebbe di male, così rendiamo questa conversazione utile e non sterile”.
Emilio, ti spiego qual è la mia filosofia personale riguardo le speculative.
Al contrario di Massimo Guastini, ad esempio, io non credo che si debbano fare solo le gare retribuite. Primo perché credo che un’azienda cliente abbia tutto il diritto di testare diverse agenzie ogni tanto, secondo perché comunque il rimborso spese non ripaga mai gli sforzi profusi dall’agenzia. Ma anche se per me il rimborso non è una condizione necessaria scelgo le gare con molta oculatezza, tant’è che negli ultimi anni ne abbiamo fatte poche.
Perché ne abbiamo fatte poche?
Perché per fortuna ultimamente possiamo permetterci di rinunciare a quelle che non ci convincono, perché abbiamo capito che è più importante coltivare i clienti che hai senza togliere loro il tempo e le energie per fare tante gare assurde, ma soprattutto perché negli ultimi anni le speculative sono sempre più selvagge.
Anche se di gare ne ho fatte poche ultimamente, ne ho fatte moltissime durante la mia carriera professionale. E, dato che sono originario di un paesino ligure di tremila anime, che mio padre faceva il marittimo, che mia madre era casalinga e che i miei due soci provengono da famiglie sfigate come la mia, se non avessi vinto la maggior parte delle gare a cui ho partecipato non sarei riuscito a trasformare una coppia di freelance in un’agenzia che oggi lavora anche con clienti internazionali. Perché i clienti che ho acquisito purtroppo non arrivano né da giri di conoscenze (che non ho) né dai network a cui non appartengo. Premetto questo solo per farti capire che, per forza di cose, ho sviluppato un buon istinto riguardo le gare.
A quali gare partecipo allora?
A quelle in cui il committente e i concorrenti mi sembrano seri e in numero ridotto. E quindi prima di accettare a una gara pretendo sempre di sapere chi c’è oltre alla nostra agenzia. Quest’ultima gara era molto borderline, ammetto che in questo caso non ho dato retta all’istinto, ma avevo la coppia junior scarica, inoltre il fatto che ci foste anche voi mi sembrava una garanzia.
Noi abbiamo presentato per ultimi. E non per “giochini” come dici tu, ma perché per lavorare, evidentemente, abbiamo chiesto più tempo di te. Comunque prima di iniziare l’esposizione ho chiesto semplicemente se gli altri avessero già presentato e quante proposte avessero portato. Ho domandato anche se avessi presentato tu di persona, se vuoi saperne di più. Sono informazioni che cerco sempre di avere, non per ritagliarmi dei vantaggi in gara, ma per capire come lavorano gli altri.
E non ci vedo né “giochini” né niente di male. Al limite puoi dire che il cliente non si sia stato professionale, ma come dovresti aver scoperto non lo è stato solo per questo. Comunque quando mi hanno risposto che avevi portato 7 proposte sono rimasto basito. Ti giuro che non me lo aspettavo.
Mi chiedi di spiegarti perché è sbagliato secondo me portare 7 proposte a un cliente?
Perché rappresenta la negazione della nostra natura di consulenti. 7 proposte sono un po’ un gratta e vinci della serie: “speriamo che ne scelga una”. Non dico che ne vada portata una e basta ma almeno bisogna dare al cliente l’impressione che si hanno le idee chiare su quello che il suo brand dovrebbe fare. Se vogliamo recuperare la credibilità di consulenti, specie su un cliente come quello che voleva fare tv per la prima volta, non possiamo che dimostrarci sicuri. 7 proposte tv sono come raccontare 7 barzellette perché non possono essere supportate da una strategia solida.
Questo almeno secondo me.
Dopodiché ognuno a casa sua fa quel che vuole, ma quando poi ho visto le tue interviste (un consiglio: erano un po’ lunghe) mi sono detto: “Eccheccazzo”. Prima me lo trovo in gara con 7 proposte, poi mi dà lezioni di etica sulle riviste di settore.
Ammetti che un pochino avrebbe fatto incazzare anche te.
Poi, Emilio, volevo dirti un’altra cosa.
Tu sei rimasto schifato dagli esiti della giuria stampa degli Adci Awards, e questo in qualche modo posso capirlo. Potevi telefonare a Guastini e dirglielo, invece hai fatto spedire al Club di cui sei stato due volte vice presidente una lettera del tuo avvocato, e va bene cerchiamo di capire anche questa. Hai deciso poi di chiamare le riviste di settore per dare il massimo risalto alla tua provocazione, ok sono in vena di comprensione.
Però, io ti scrivo dal mio blog, vengo poi ripubblicato da quello dell’Adci e solo linkato nei commenti da Bad Avenue, e tu cosa fai? Mi rispondi su Bad Avenue. Dato che io ti ho scritto pubblicamente non puoi certo spedirmi una mail né una cartolina, lo capisco. Come arrivo a capire che puoi giudicare il mio blog troppo insignificante. Ma perché non hai risposto invece sul blog dell’Adci? Non pretendevo una risposta esaustiva come quella che hai dato a Donald Draper, bastavano anche due righe.
Scrivimi, Emilio, scrivimi.
Perchè non l’hai fatto non lo capisco. O meglio: temo di capirlo bene.
Sarà mica questione di audience? Sarà che hai scritto solo a Bad Avenue perché è il blog più seguito del settore e tu, come io penso e ho scritto, ti stai facendo un po’ di pubblicità in giro? Che non ci sarebbe niente di male a farsi un po’ di pubblicità, d’altronde lo facciamo di mestiere, ma farsi pubblicità dicendo che gli altri sono tutti stronzi non è certo il modo più elegante. O etico, se vogliamo sempre parlare di etica.
Ma questo sempre secondo me, eh.
Ad ogni modo puoi dimostrarmi facilmente che quest’ultima cosa che affermo è sbagliata. Te l’ho già scritto nel mio post. Come? Semplice: il 29 settembre candidati alla Presidenza dell’Adci. Quel giorno tutti noi del consiglio rassegneremo le dimissioni e quindi basta presentarsi con un programma alternativo.
Lo può fare chiunque.
Inoltre hai detto che oggi ti hanno telefonato in tanti, giovani e no, per dirti che hai ragione? Bene, organizzatevi e riprendetevi il Club che noi abbiamo ridotto in macerie.
E già che ci siete salvate anche noi.
Perché qui non è certo l’asilo Mariuccia: ogni volta che ti muovi pesti una merda, o prendi decisioni di merda, o nella migliore delle ipotesi sei un creativo di merda. Che poi la merda porterà anche fortuna, ma alla lunga lappa un po’ la lingua.
Salvaci, Emilio, salvaci.
Mizio
Comments (2)
“Avevo la coppia junior scarica”
Succede, quando assumi dei pistola.
E comunque, è una frase che fa accapponare la pelle delle palle, sai?
ciao ciao