Prendete un art director e accoppiatelo con un copy logorroico e privo del dono della sintesi. Nasceranno accese discussioni: l’art insisterà sulla necessità di realizzare annunci molto fotografici, praticamente senza testi, il copy si arroccherà su vetuste posizioni di copy-ad. Approffittate della confusione e infilatevi di soppiatto nell’ufficio dell’art director. Per prima cosa ritagliate tutte le copertine di Wallpaper e sostituitele con quelle dei cataloghi Vestro. Dopodichè dedicatevi ad Archive: sostituite le pagine interne con quelle dei lavori delle agenzie che trovate dentro la Guida Agenzie di Pubblicità Italia (agenzie consigliate: Republic, Grey, Max Information, B Communications, CasiraghiGreco&…). Infine dedicatevi al televisore dell’ufficio: prendete il telecomando e cambiate la colorimetria del monitor fino a far apparire le immagini color fucsia: quando l’art director guarderà l’ultimo numero di shots, penserà che il viraggio in rosa sia diventato di moda. Uscite dall’ufficio e attendete qualche giorno. Già dalla prima presentazione interna i primi effetti del trattamento saranno visibili: il gusto dell’art director risulterà notevolmente peggiorato. Importante: non fateglielo assolutamente notare, anzi, gratificate il suo ego con frasi del tipo: “Forse è la cosa migliore che tu abbia mai fatto, non mi stupirei se riuscissi a entrare in shortlist a Cannes!” Nel frattempo non trascurate di agire anche sull’abbigliamento. Guadagnate la sua fiducia e, durante un momento di relax, ditegli che i suoi maglioncini a V con disegni a rombi e le All Stars (fonte: Pupa, n.d.r.) non sono più di moda. Si sentirà smarrito: non saprà più come vestirsi. Accorrete in suo soccorso. Ditegli che volete fargli una bella sorpresa, e cioè portarlo nel posto dove si vestono anche Rozzi e Battaglia. Bendatelo (la scusa migliore è che trattandosi di un posto esclusivo deve rimanere segreto), portatelo all’Emporio Isola e, dopo averlo sbendato, spacciategli il posto come se fosse l’outlet segreto di Corso Como 10. E’ possibile che all’inizio abbia un senso di straniamento e sia vittima di flashback, che riconosca alcuni capi che andavano di moda l’anno scorso. Rassicuratelo e spiegategli che il fenomeno del vintage si è così velocizzato che tutto ciò che andava di moda l’anno scorso va di moda anche quest’anno. Sottoponetelo a questo trattamento per almeno due mesi. Solo quando avrete rovinato del tutto sia il suo gusto nell’art direction sia nell’abbigliamento passate alla fase successiva. Ditegli che un art bravo come lui nella vostra agenzia è sprecato e convincetelo a fare dei colloqui. Consigliategli di rivedere il suo portfolio. Assicuratevi che dal suo book tolga i vecchi lavori e metta invece quelli realizzati negli ultimi due mesi (da quando è sottoposto al vostro trattamento), fissategli un appuntamento con Lorenzo Marini in persona e fate sì che per l’occasione indossi i pantaloni e il maglioncino che gli avete appena fatto comprare da Zara. Salutatelo dalla porta della vostra agenzia e aspettate fiduciosi il completamento della vostra opera. Se l’indomani l’art non dovesse presentarsi in agenzia, state certi che è partito per l’Umbria per andare a fare il garzone di cucina in qualche agriturismo. Ma nel caso dovesse ripresentarsi, non vi preoccupate: lui stesso chiederà al direttore creativo di potersi dedicare d’ora in poi solo a lavori da esecutivista.
Prendete un art director e accoppiatelo con un copy logorroico e privo del dono della sintesi. Nasceranno accese discussioni: l’art insisterà sulla necessità di realizzare annunci molto fotografici, praticamente senza testi, il copy si arroccherà su vetuste posizioni di copy-ad. Approffittate della confusione e infilatevi di soppiatto nell’ufficio dell’art director. Per prima cosa ritagliate tutte le copertine di Wallpaper e sostituitele con quelle dei cataloghi Vestro. Dopodichè dedicatevi ad Archive: sostituite le pagine interne con quelle dei lavori delle agenzie che trovate dentro la Guida Agenzie di Pubblicità Italia (agenzie consigliate: Republic, Grey, Max Information, B Communications, CasiraghiGreco&…). Infine dedicatevi al televisore dell’ufficio: prendete il telecomando e cambiate la colorimetria del monitor fino a far apparire le immagini color fucsia: quando l’art director guarderà l’ultimo numero di shots, penserà che il viraggio in rosa sia diventato di moda. Uscite dall’ufficio e attendete qualche giorno. Già dalla prima presentazione interna i primi effetti del trattamento saranno visibili: il gusto dell’art director risulterà notevolmente peggiorato. Importante: non fateglielo assolutamente notare, anzi, gratificate il suo ego con frasi del tipo: “Forse è la cosa migliore che tu abbia mai fatto, non mi stupirei se riuscissi a entrare in shortlist a Cannes!” Nel frattempo non trascurate di agire anche sull’abbigliamento. Guadagnate la sua fiducia e, durante un momento di relax, ditegli che i suoi maglioncini a V con disegni a rombi e le All Stars (fonte: Pupa, n.d.r.) non sono più di moda. Si sentirà smarrito: non saprà più come vestirsi. Accorrete in suo soccorso. Ditegli che volete fargli una bella sorpresa, e cioè portarlo nel posto dove si vestono anche Rozzi e Battaglia. Bendatelo (la scusa migliore è che trattandosi di un posto esclusivo deve rimanere segreto), portatelo all’Emporio Isola e, dopo averlo sbendato, spacciategli il posto come se fosse l’outlet segreto di Corso Como 10. E’ possibile che all’inizio abbia un senso di straniamento e sia vittima di flashback, che riconosca alcuni capi che andavano di moda l’anno scorso. Rassicuratelo e spiegategli che il fenomeno del vintage si è così velocizzato che tutto ciò che andava di moda l’anno scorso va di moda anche quest’anno. Sottoponetelo a questo trattamento per almeno due mesi. Solo quando avrete rovinato del tutto sia il suo gusto nell’art direction sia nell’abbigliamento passate alla fase successiva. Ditegli che un art bravo come lui nella vostra agenzia è sprecato e convincetelo a fare dei colloqui. Consigliategli di rivedere il suo portfolio. Assicuratevi che dal suo book tolga i vecchi lavori e metta invece quelli realizzati negli ultimi due mesi (da quando è sottoposto al vostro trattamento), fissategli un appuntamento con Lorenzo Marini in persona e fate sì che per l’occasione indossi i pantaloni e il maglioncino che gli avete appena fatto comprare da Zara. Salutatelo dalla porta della vostra agenzia e aspettate fiduciosi il completamento della vostra opera. Se l’indomani l’art non dovesse presentarsi in agenzia, state certi che è partito per l’Umbria per andare a fare il garzone di cucina in qualche agriturismo. Ma nel caso dovesse ripresentarsi, non vi preoccupate: lui stesso chiederà al direttore creativo di potersi dedicare d’ora in poi solo a lavori da esecutivista.