Lo ammetto: non sono riuscito a rimanere fino all’ultimo. Quando alle nove e un quarto, dopo due ore e mezzo di manifestazione, hanno annunciato che mancavano ancora 13 premi da assegnare sono andato via. Eppure la serata sotto un certo punto di vista è stata divertente. Presentava la solita Selvaggia Lucarelli, brillante e con un prorompente decolleté. E sul palco si sono susseguiti tutta una serie di personaggi davvero originali. La solita Layla Pavone sui trampoli, un Diego Nasi su di giri (ha detto di non aver bevuto, ma forse qualche altro tipo di sostanza l’aveva assunta), un tipo dai capelli alla Playmobil (il titolare di Promocard) che da gran marpione ha fatto i complimenti pubblici alla Modella. Quest’ultima è stata la vera protagonista. Consegnava i premi muovendosi sul palco con una voluttà indicibile. A dire il vero sembrava fin troppo molleggiata sulle gambe e con i gomiti bloccati: la sua andatura era piuttosto curiosa, un misto fra Celentano e una foca monaca. Forse turbata da tale camminata Selavaggia non la chiamava neppure per nome: per tutta la sera si è limitata a indicarla appunto come la Modella.

Il premio straniamento della serata è andato a Jane Reeve. Essendo anglosassone non ha ancora ben compreso il valore che noi pubblicitari italiani diamo ai premi (solo un’occasione per fare pr) e ha immaginato che la premiassero davvero come Manager dell’anno. Così dal palco si è messa ha raccontare tutta la sua vita. Momento di grande tensione quando Selvaggia, per tagliare corto, ha fatto notare che allora non aveva fatto carriera perché l’aveva data via. La Reeve non l’ha presa con l’ironia dovuta e Sagone si è messo a guardare in giro un po’ perduto.

I premi meritati della serata a Migliore Guerrilla per la bellissima idea di Legambiente (Calendario) e Best Holistic Campaign a Heineken. Due progetti che hanno anche qualche piccola possibilità a Cannes.