I pubblicitari vivono di mode e di tendenze. Qualche anno fa tutti volevano fare ambient e guerrilla, poi tutti si sono concentrati sui viral, infine è arrivato il tempo dei flashmob. Quest’anno sembrano andare di gran moda i 3D mapping show.
Il primo progetto è stato quello di Samsung che ho già postato qualche mese fa.
Ne sono seguiti altri, come questo di LG.
Qualche giorno fa poi è stata la volta di Ralph Lauren, che si è addirittura cimentato in un 4D per celebrare i 10 anni del suo sito.
Ora, so cosa state pensando: vedendo questi progetti viene la voglia di svilupparli anche da noi, in Italia. Mi dispiace deludervi: è troppo tardi. Almeno se la vostra sfida è quella di essere creativi davvero originali. Per quanto affascinanti, ormai anche in 3D mapping sono inflazionati. Certo, se volete vincere un premietto italico accomodatevi, ma se è vostra intenzione stupire il mondo allora l’asticella si è alzata.
[…] This post was mentioned on Twitter by Albo and mizio ratti, mizio ratti. mizio ratti said: Anticipare le mode anziché seguirle. http://mizioblog.com/?p=1086 […]
Io qualcosa del genere l’ho proposta circa 3 anni fa.
Mi ricordo bene il periodo perché ero di ritorno dal mio viaggio di nozze.
Confesso, non me lo ero inventato, l’avevo visto in una “video mostra” all’interno di una ex cava di calcare. Il tutto si svolgeva – e si svolge – all’interno della cava. Di fatto gli spettatori si ritrovano avvolti dalle immagini (anche se non propriamente 3d).
Qui si potrebbe aprire un ragionamento su quanto sia importante andare in giro per vedere con i propri occhi invece di guardare cosa accade nel mondo solo su internet, quando ormai le novità sono alla portata di tutti.
È anche vero che l’agenzia, il DC e gli account non vollero portare avanti l’idea perché…
non so come mai, forse solo perché non riuscivano ad immaginarsela.
In effetti hai intuito una cosa giusta: internet ci permette di aggiornarci a tempo record, ma tutto quello che vediamo è già vecchio, in quanto è già stato fatto.
Bisognerebbe avere tempo di curiosare in giro e trovare ispirazione da altri campi.
Per quanto riguarda il tuo progetto di 3 anni fa, forse, semplicemente non avevi gli interlocutori giusti. Bisogna anche avere la fortuna di presentare un progetto innovativo a un visionario che sa immaginarsi le potenzialità.
Questo è uno dei motivi per cui in Italia di questi progetti se ne vedono pochi. Pochi sanno immaginare, nessuno si prende rischi.
Di fatto capita che se la cosa è una novità assoluta ci si trova di fronte a più problemi.
Primo, se non è stata ancora fatta bisogna trovare chi potrebbe realizzarla. Si sa, per trovare il fornitore di una cosa che ancora non esiste serve lavoro. Lavoro, tempo e fatica. Tradotto è un costo per l’agenzia.
Secondo. L’account, lo stesso che ti chiede progetti innovativi, avrà mai il coraggio di presentare ad un cliente un progetto senza portare a supporto dei numeri di audience? Tra l’altro con il rischio di un rifiuto, magari con sberleffo.
Terzo. Il cliente, lo stesso che ti chiede di essere innovativo per distinguersi dalla concorrenza, avrà mai il coraggio di spendere parte del proprio budget in una cosa che non offre numeri certi?
Quarto. È più facile lasciar scorrere il fiume, vederci passare sopra un’idea di un altro cliente di un’altra agenzia. Il progetto o l’idea, ma anche la fustella diversa e non testata, muore lì sul tavolo.
Se poi l’idea, la stessa idea, all’estero funziona si può sempre rispondere comodamente “Ma qui siamo in Italia, una cosa così non avrebbe funzionato allo stesso modo”.
I pubblicitari vivono di mode e di tendenze. Qualche anno fa tutti volevano fare ambient e guerrilla, poi tutti si sono concentrati sui viral, infine è arrivato il tempo dei flashmob. Quest’anno sembrano andare di gran moda i 3D mapping show.
Il primo progetto è stato quello di Samsung che ho già postato qualche mese fa.
Ne sono seguiti altri, come questo di LG.
Qualche giorno fa poi è stata la volta di Ralph Lauren, che si è addirittura cimentato in un 4D per celebrare i 10 anni del suo sito.
Ora, so cosa state pensando: vedendo questi progetti viene la voglia di svilupparli anche da noi, in Italia. Mi dispiace deludervi: è troppo tardi. Almeno se la vostra sfida è quella di essere creativi davvero originali. Per quanto affascinanti, ormai anche in 3D mapping sono inflazionati. Certo, se volete vincere un premietto italico accomodatevi, ma se è vostra intenzione stupire il mondo allora l’asticella si è alzata.
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[…] This post was mentioned on Twitter by Albo and mizio ratti, mizio ratti. mizio ratti said: Anticipare le mode anziché seguirle. http://mizioblog.com/?p=1086 […]
Io qualcosa del genere l’ho proposta circa 3 anni fa.
Mi ricordo bene il periodo perché ero di ritorno dal mio viaggio di nozze.
Confesso, non me lo ero inventato, l’avevo visto in una “video mostra” all’interno di una ex cava di calcare. Il tutto si svolgeva – e si svolge – all’interno della cava. Di fatto gli spettatori si ritrovano avvolti dalle immagini (anche se non propriamente 3d).
Qui si potrebbe aprire un ragionamento su quanto sia importante andare in giro per vedere con i propri occhi invece di guardare cosa accade nel mondo solo su internet, quando ormai le novità sono alla portata di tutti.
È anche vero che l’agenzia, il DC e gli account non vollero portare avanti l’idea perché…
non so come mai, forse solo perché non riuscivano ad immaginarsela.
O forse io, con tutto che avevo fatto foto e filmati, non sono riuscito a trasmettere l’emozione.
In effetti hai intuito una cosa giusta: internet ci permette di aggiornarci a tempo record, ma tutto quello che vediamo è già vecchio, in quanto è già stato fatto.
Bisognerebbe avere tempo di curiosare in giro e trovare ispirazione da altri campi.
Per quanto riguarda il tuo progetto di 3 anni fa, forse, semplicemente non avevi gli interlocutori giusti. Bisogna anche avere la fortuna di presentare un progetto innovativo a un visionario che sa immaginarsi le potenzialità.
Questo è uno dei motivi per cui in Italia di questi progetti se ne vedono pochi. Pochi sanno immaginare, nessuno si prende rischi.
Di fatto capita che se la cosa è una novità assoluta ci si trova di fronte a più problemi.
Primo, se non è stata ancora fatta bisogna trovare chi potrebbe realizzarla. Si sa, per trovare il fornitore di una cosa che ancora non esiste serve lavoro. Lavoro, tempo e fatica. Tradotto è un costo per l’agenzia.
Secondo. L’account, lo stesso che ti chiede progetti innovativi, avrà mai il coraggio di presentare ad un cliente un progetto senza portare a supporto dei numeri di audience? Tra l’altro con il rischio di un rifiuto, magari con sberleffo.
Terzo. Il cliente, lo stesso che ti chiede di essere innovativo per distinguersi dalla concorrenza, avrà mai il coraggio di spendere parte del proprio budget in una cosa che non offre numeri certi?
Quarto. È più facile lasciar scorrere il fiume, vederci passare sopra un’idea di un altro cliente di un’altra agenzia. Il progetto o l’idea, ma anche la fustella diversa e non testata, muore lì sul tavolo.
Se poi l’idea, la stessa idea, all’estero funziona si può sempre rispondere comodamente “Ma qui siamo in Italia, una cosa così non avrebbe funzionato allo stesso modo”.