Ci sono in giro leggende metropolitane che raccontano di festini in sale riunioni di multinazionali dell’advertising con montagne di coca tipo Scarface. Ma anche in questo caso si parla dei ruggenti anni ’80, quando lo yuppismo era la religione più diffusa in agenzia. E lo yuppismo richiedeva efficienza: dovevi essere al 100%, sempre, anche per impaginare e vendere il foglietto illustrativo di un medicinale. Si lavorara 18 ore al giorno e si facevano le notti per i new business più stupidi.
Dall’inizio degli anni 90’, le crisi che si sono susseguite hanno cambiato i tempi. Oggi il pubblicitario lavora per sopravvivere e nella speranza di pubblicare almeno un lavoro decente all’anno. Siamo molto più scazzati di un tempo, e la coca si sposa molto meno con le attuali circostanze. Molto più adatte sostanze psicotrope come “erba” o “fumo”, che infatti sembrano circolare molto di più nei reparti creativi. Sostanze che si abbinano molto meglio con lo scazzo del momento e con la ricerca di relax e di disimpegno.
Inoltre c’è da dire che i pubblicitari sono sempre stati, e sono tuttora, piuttosto snob. Un conto era farsi di coca quando era un droga d’elite, ma ora sniffano pure gli idraulici e i commessi dell’IperCoop. Non è più cosa, davvero. Continuano a pippare forse i dinosauri dell’adv, allo stesso modo malinconico con cui ascoltano le canzoni degli Eagles e dei Rolling Stones.
I pubblicitari più giovani, invece, più che pippare si fanno le pippe sulle campagne finte. Si illudono di vincere Cannes con fake per parrucchieri ed enti no profit per la salvaguardia del gufo albino. E forse sono proprio i premi la droga oggi più in voga oggi fra i pubblicitari. I premi: l’oppio dei creativi.
Per concludere, secondo mizioblog survey # 2 i pubblicitari pippano un 41% in meno di una volta. E voi che ne pensate?
Interessante, essendo alle prime armi in cerca della prima esperienza di lavoro, posso ritenermi fortunata. Non avendo conosciuto il mondo “pippettaro” che mi ha preceduto ho la possibilità di godermi quello che mi aspetta. Ma dov’è finita quella speranza di cui tutti parlano come l’ultimo estremo baluardo che ci sostiene e ci sprona? Mizio, mi sorprende che uno come te, con la tua caparbietà e il tuo caratterino, abbia già perso la speranza di far rivivere il nostro mondo! Insomma, cominciamo a darci dentro davvero e basta pippe da sconsolati. Come ha detto qualcuno: “la sfortuna non esiste, è un’invenzione dei falliti…”
Non ho perso nessuna speranza. Conservo l’entisuasmo di sempre, ma sono meno igenuo di una volta. Mi piace dare un ritratto disincantato dell’ambiente per un motivo ben preciso: solo quando riusciremo a prenderci meno sul serio di quanto facciamo, riusciremo a esprimerci al meglio. Penso che allora riusciremo a fare grandi cose. Ne sono sicuro.
Bustine da thè? E’ qualche tuo compagno di corso malato?
Ho visto che non verrai a Fake Cannes: mi dispiace anche perché sono passati mesi da quando mi avevate promesso un aperitivo 😉
Sono d’accordo con te, purtroppo non è facile non prendersi troppo sul serio, soprattutto con il narcisimo dilagante di questi ultimi anni. Complimenti per il blog, comunque, colgo l’occasione per dirtelo, ma non montarti la testa eh 😉 Scherzo
Non preoccuparti: la modestia è una qualità che non ho mai avuto.
Mi salvo solo perché ho buoni quantità di autoironia. Insomma, sono la persona più autoironica che esista al mondo. Che dico? Che sia mai esistita al mondo. Che dico? che sia mai esistita nell’universo…
P.S.
ti ho già parlato della mia cancanza di modestia, vero?
Ahahahah, che bello, una sana risata serale! Mi piace proprio questa tua diplomazia. Sicura che andrò ad alimentare quell’enorme modestia che campeggia in te dalla notte dei tempi, sarei tentata di farti ancora complimenti. Ma è meglio che mi fermi qui. Non vorrei scatenare la tua propensione naturale a tentare di conquistare il mondo. Mmm… Mi ricordi qualcuno, ma non saprei, non ricordo. Forse, ah si, “Il mignolo e il Prof”.
No, le bustine sono roba mia.
Per il Fake Cannes ci sto ancora pensando, mi piacerebbe esserci ma devo vedere come organizzarmi.
Ma anche se non sarà al Fake Cannes, l’aperitivo lo facciamo lo stesso.
🙂
No, le bustine sono roba mia.
Per il Fake Cannes ci sto ancora pensando, mi piacerebbe esserci ma devo vedere come organizzarmi.
Ma anche se non sarà lì, l’aperitivo lo facciamo lo stesso.
E’ una promessa e una minaccia.
😛
No, le bustine sono roba mia.
Per il Fake Cannes ci sto ancora pensando, mi piacerebbe esserci ma devo vedere come organizzarmi.
Ma anche se non sarà lì, l’aperitivo lo facciamo lo stesso.
E’ una promessa e una minaccia.
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No, le bustine sono roba mia.
Per il Fake Cannes ci sto ancora pensando, mi piacerebbe esserci ma devo vedere come organizzarmi.
Ma anche se non sarà lì, l’aperitivo lo facciamo lo stesso.
E’ una promessa e una minaccia.
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Ci sono in giro leggende metropolitane che raccontano di festini in sale riunioni di multinazionali dell’advertising con montagne di coca tipo Scarface. Ma anche in questo caso si parla dei ruggenti anni ’80, quando lo yuppismo era la religione più diffusa in agenzia. E lo yuppismo richiedeva efficienza: dovevi essere al 100%, sempre, anche per impaginare e vendere il foglietto illustrativo di un medicinale. Si lavorara 18 ore al giorno e si facevano le notti per i new business più stupidi.
Dall’inizio degli anni 90’, le crisi che si sono susseguite hanno cambiato i tempi. Oggi il pubblicitario lavora per sopravvivere e nella speranza di pubblicare almeno un lavoro decente all’anno. Siamo molto più scazzati di un tempo, e la coca si sposa molto meno con le attuali circostanze. Molto più adatte sostanze psicotrope come “erba” o “fumo”, che infatti sembrano circolare molto di più nei reparti creativi. Sostanze che si abbinano molto meglio con lo scazzo del momento e con la ricerca di relax e di disimpegno.
Inoltre c’è da dire che i pubblicitari sono sempre stati, e sono tuttora, piuttosto snob. Un conto era farsi di coca quando era un droga d’elite, ma ora sniffano pure gli idraulici e i commessi dell’IperCoop. Non è più cosa, davvero. Continuano a pippare forse i dinosauri dell’adv, allo stesso modo malinconico con cui ascoltano le canzoni degli Eagles e dei Rolling Stones.
I pubblicitari più giovani, invece, più che pippare si fanno le pippe sulle campagne finte. Si illudono di vincere Cannes con fake per parrucchieri ed enti no profit per la salvaguardia del gufo albino. E forse sono proprio i premi la droga oggi più in voga oggi fra i pubblicitari. I premi: l’oppio dei creativi.
Per concludere, secondo mizioblog survey # 2 i pubblicitari pippano un 41% in meno di una volta. E voi che ne pensate?
Comments (16)
Interessante, essendo alle prime armi in cerca della prima esperienza di lavoro, posso ritenermi fortunata. Non avendo conosciuto il mondo “pippettaro” che mi ha preceduto ho la possibilità di godermi quello che mi aspetta. Ma dov’è finita quella speranza di cui tutti parlano come l’ultimo estremo baluardo che ci sostiene e ci sprona? Mizio, mi sorprende che uno come te, con la tua caparbietà e il tuo caratterino, abbia già perso la speranza di far rivivere il nostro mondo! Insomma, cominciamo a darci dentro davvero e basta pippe da sconsolati. Come ha detto qualcuno: “la sfortuna non esiste, è un’invenzione dei falliti…”
Non ho perso nessuna speranza. Conservo l’entisuasmo di sempre, ma sono meno igenuo di una volta. Mi piace dare un ritratto disincantato dell’ambiente per un motivo ben preciso: solo quando riusciremo a prenderci meno sul serio di quanto facciamo, riusciremo a esprimerci al meglio. Penso che allora riusciremo a fare grandi cose. Ne sono sicuro.
C’è anche chi sniffa le bustine di thè per trovare ispirazione.
Ma questa è un’altra storia ed io non sono ancora una pubblicitaria.
Quando lo sarò, ti farò sapere.
Bustine da thè? E’ qualche tuo compagno di corso malato?
Ho visto che non verrai a Fake Cannes: mi dispiace anche perché sono passati mesi da quando mi avevate promesso un aperitivo 😉
Sono d’accordo con te, purtroppo non è facile non prendersi troppo sul serio, soprattutto con il narcisimo dilagante di questi ultimi anni. Complimenti per il blog, comunque, colgo l’occasione per dirtelo, ma non montarti la testa eh 😉 Scherzo
Non preoccuparti: la modestia è una qualità che non ho mai avuto.
Mi salvo solo perché ho buoni quantità di autoironia. Insomma, sono la persona più autoironica che esista al mondo. Che dico? Che sia mai esistita al mondo. Che dico? che sia mai esistita nell’universo…
P.S.
ti ho già parlato della mia cancanza di modestia, vero?
Ahahahah, che bello, una sana risata serale! Mi piace proprio questa tua diplomazia. Sicura che andrò ad alimentare quell’enorme modestia che campeggia in te dalla notte dei tempi, sarei tentata di farti ancora complimenti. Ma è meglio che mi fermi qui. Non vorrei scatenare la tua propensione naturale a tentare di conquistare il mondo. Mmm… Mi ricordi qualcuno, ma non saprei, non ricordo. Forse, ah si, “Il mignolo e il Prof”.
No, le bustine sono roba mia.
Per il Fake Cannes ci sto ancora pensando, mi piacerebbe esserci ma devo vedere come organizzarmi.
Ma anche se non sarà al Fake Cannes, l’aperitivo lo facciamo lo stesso.
🙂
No, le bustine sono roba mia.
Per il Fake Cannes ci sto ancora pensando, mi piacerebbe esserci ma devo vedere come organizzarmi.
Ma anche se non sarà lì, l’aperitivo lo facciamo lo stesso.
E’ una promessa e una minaccia.
😛
No, le bustine sono roba mia.
Per il Fake Cannes ci sto ancora pensando, mi piacerebbe esserci ma devo vedere come organizzarmi.
Ma anche se non sarà lì, l’aperitivo lo facciamo lo stesso.
E’ una promessa e una minaccia.
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No, le bustine sono roba mia.
Per il Fake Cannes ci sto ancora pensando, mi piacerebbe esserci ma devo vedere come organizzarmi.
Ma anche se non sarà lì, l’aperitivo lo facciamo lo stesso.
E’ una promessa e una minaccia.
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Va bene, attendo fiducioso 😉
Non ho parole.
Anzi due: Sniff, sniff.
(Lacrimuccia, ovviamente).
Una cosa che non ho scritto: si beve molto di più, però.
Qualcosa mi dice che riuscirò ad organizzarmi per venire.
😛
Brava.