È stato un anno duro, difficile, di trincee scavate per difendere l’ottimismo. È stato un anno parco di soddisfazioni, specie per chi fa il lavoro del creativo, pieno di sguardi scettici da parte di chi ragiona per numeri, pieno di idee finite al macero.
E poi succede che all’ultimo ti capita un brief sulla scrivania. E tu sai che molto probabilmente è l’ultimissimo progetto che farai nel 2012, in quest’anno particolarmente tosto. E capita che questo brief è su un prodotto che ti piace. Che poi non è proprio un prodotto, ma è un artista che segui da sempre, che ha la tua stessa età e che senti affine sotto molto aspetti.
Sono ligure e non sono certo un fenomeno nel gestire le emozioni: la gioia dura un attimo, subentra subito lo scetticismo. Che succede se anche lui si dimostra un Cliente come tutti gli altri? Se non capisce? Se vuole cambiare cose che non andrebbero cambiate? L’interazione con persone che stimo a distanza mi ha sempre messo in difficoltà. Come quella volta che sentii dall’altra parte dello studio la voce del mio mito in assoluto. Io stavo registrando un radiocomunicato, mentre lui registrava Anime Salve (scusate la differenza). Il fatto è che non oltrepassai quella porta. La paura che un uomo che avevo idealizzato potesse deludermi con un’occhiata di sufficienza, con una battuta superficiale, oppure solo con la semplice freddezza, mi terrorizzava.
Il progetto #jovatimeline è nato così. Tra entusiasmo e timore.
Ma non puoi fare bene il mestiere del creativo senza passione e coraggio. Così il timore è passato: è nata una bella idea, semplice ma potente.
Dopodiché tutto è scivolato via magicamente, come in questo mestiere succede pochissime volte. Il progetto è partito subito alla grande. Solo nel primo giorno più di 2.000 persone hanno partecipato. Ne hanno parlato blog e giornali. Siamo stati Trend Topic su Twitter. Ma non sono i numeri quelli che contano . Sono le storie che leggi su #jovatimeline che sono importanti: storie in 140 battute che tolgono il fiato.
E allora ti ricordi quanto è ancora bello fare questo mestiere, che vale sempre la pena continuare a provarci. Perché se anche una volta sola riesci a dar vita a un’emozione, quella stessa emozione ti torna indietro amplificata.
Ieri sera ero a casa con Massimo dopo l’assemblea dell’Art Directors Club Italiano. Centellinavamo vodka per festeggiare l’apertura del Club: un obiettivo che ci eravamo dati più di due anni fa. Eravamo stanchi ma felici per aver trasformato un’associazione elitaria in una creatura aperta a tutti i creativi italiani. Stavamo sparando cazzate quando mi arriva una notifica sul telefonino. Era Lorenzo Jovanotti che mi scriveva in privato su Twitter: “bellissimo lavoro! Grazie!”
Lorenzo che fino a ieri non sapeva nemmeno che esistessi, che si era emozionato per quel flusso continuo di storie sulla timeline. Che mi aveva trovato chissà come e mi aveva scritto, anche se nessuno lo obbligava. Ma soprattutto si era confermato la bella persona che speravo che fosse.
Per tutti questi motivi, e cioè per il bel progetto di #jovatimeline, per la bella persona di Lorenzo Jovanotti, per la bella cosa che abbiamo fatto aprendo l’ADCI, ieri è stata una giornata perfetta. E anche se domani dovesse finire il mondo, pazienza: sono contento del pezzo di strada che ho fatto finora e delle persone che mi hanno accompagnato fin qui.
E voglio ringraziare Roberto per la brillante scintilla creativa che ha avuto per il progetto #jovatimeline, Antonella per la sua capacità di renderla reale e concreta, Valerio e Sara per il loro apporto strategico e la bravura nell’implementare i processi. Ma vorrei ringraziare anche Hilija, Màrika, Chiara, Mariachiara e Simona per tutti gli altri progetti creativi che nel 2012 mi hanno reso davvero orgoglioso e che ci hanno permesso di resistere bene a quest’anno difficile. E un grazie particolare a Beatrice che si è dimostrata una colonna portante di ET e di ebolaindustries. E anche all’ultima arrivata Margherita. E infine a Ricky per il semplice fatto che mi sopporta da quasi vent’anni.
Con persone così affrontare i Maya e la fine del mondo è una passeggiata.
Il domani non ci fa paura e domani 21 dicembre tanto meno.
Noi nel 2013 ci saremo di sicuro, con l’entusiasmo, la passione e la forza che abbiamo fatto crescere in quest’ultimo anno, di cui non sentirò certo la mancanza ma che ricorderò sempre perché nel bene e nel male ha lasciato segni importanti.
m.
P.S.
Oltre alle persone che ho citato e lavorano con me, ringrazio e auguro le cose più belle a Michele Lugaresi che ha curato il progetto grafico di #jovatimeline. E ad Algoritma per la piattaforma.
Grazie a te Mizio. E’ stato una gran bella collaborazione, ma del resto Lorenzo ha questo grandissimo potere: riuscire a far lavorare assieme le persone grazie alla sua trascinante energia.
È stato un anno duro, difficile, di trincee scavate per difendere l’ottimismo. È stato un anno parco di soddisfazioni, specie per chi fa il lavoro del creativo, pieno di sguardi scettici da parte di chi ragiona per numeri, pieno di idee finite al macero.
E poi succede che all’ultimo ti capita un brief sulla scrivania. E tu sai che molto probabilmente è l’ultimissimo progetto che farai nel 2012, in quest’anno particolarmente tosto. E capita che questo brief è su un prodotto che ti piace. Che poi non è proprio un prodotto, ma è un artista che segui da sempre, che ha la tua stessa età e che senti affine sotto molto aspetti.
Sono ligure e non sono certo un fenomeno nel gestire le emozioni: la gioia dura un attimo, subentra subito lo scetticismo. Che succede se anche lui si dimostra un Cliente come tutti gli altri? Se non capisce? Se vuole cambiare cose che non andrebbero cambiate? L’interazione con persone che stimo a distanza mi ha sempre messo in difficoltà. Come quella volta che sentii dall’altra parte dello studio la voce del mio mito in assoluto. Io stavo registrando un radiocomunicato, mentre lui registrava Anime Salve (scusate la differenza). Il fatto è che non oltrepassai quella porta. La paura che un uomo che avevo idealizzato potesse deludermi con un’occhiata di sufficienza, con una battuta superficiale, oppure solo con la semplice freddezza, mi terrorizzava.
Il progetto #jovatimeline è nato così. Tra entusiasmo e timore.
Ma non puoi fare bene il mestiere del creativo senza passione e coraggio. Così il timore è passato: è nata una bella idea, semplice ma potente.
Dopodiché tutto è scivolato via magicamente, come in questo mestiere succede pochissime volte. Il progetto è partito subito alla grande. Solo nel primo giorno più di 2.000 persone hanno partecipato. Ne hanno parlato blog e giornali. Siamo stati Trend Topic su Twitter. Ma non sono i numeri quelli che contano . Sono le storie che leggi su #jovatimeline che sono importanti: storie in 140 battute che tolgono il fiato.
E allora ti ricordi quanto è ancora bello fare questo mestiere, che vale sempre la pena continuare a provarci. Perché se anche una volta sola riesci a dar vita a un’emozione, quella stessa emozione ti torna indietro amplificata.
Ieri sera ero a casa con Massimo dopo l’assemblea dell’Art Directors Club Italiano. Centellinavamo vodka per festeggiare l’apertura del Club: un obiettivo che ci eravamo dati più di due anni fa. Eravamo stanchi ma felici per aver trasformato un’associazione elitaria in una creatura aperta a tutti i creativi italiani. Stavamo sparando cazzate quando mi arriva una notifica sul telefonino. Era Lorenzo Jovanotti che mi scriveva in privato su Twitter: “bellissimo lavoro! Grazie!”
Lorenzo che fino a ieri non sapeva nemmeno che esistessi, che si era emozionato per quel flusso continuo di storie sulla timeline. Che mi aveva trovato chissà come e mi aveva scritto, anche se nessuno lo obbligava. Ma soprattutto si era confermato la bella persona che speravo che fosse.
Per tutti questi motivi, e cioè per il bel progetto di #jovatimeline, per la bella persona di Lorenzo Jovanotti, per la bella cosa che abbiamo fatto aprendo l’ADCI, ieri è stata una giornata perfetta. E anche se domani dovesse finire il mondo, pazienza: sono contento del pezzo di strada che ho fatto finora e delle persone che mi hanno accompagnato fin qui.
E voglio ringraziare Roberto per la brillante scintilla creativa che ha avuto per il progetto #jovatimeline, Antonella per la sua capacità di renderla reale e concreta, Valerio e Sara per il loro apporto strategico e la bravura nell’implementare i processi. Ma vorrei ringraziare anche Hilija, Màrika, Chiara, Mariachiara e Simona per tutti gli altri progetti creativi che nel 2012 mi hanno reso davvero orgoglioso e che ci hanno permesso di resistere bene a quest’anno difficile. E un grazie particolare a Beatrice che si è dimostrata una colonna portante di ET e di ebolaindustries. E anche all’ultima arrivata Margherita. E infine a Ricky per il semplice fatto che mi sopporta da quasi vent’anni.
Con persone così affrontare i Maya e la fine del mondo è una passeggiata.
Il domani non ci fa paura e domani 21 dicembre tanto meno.
Noi nel 2013 ci saremo di sicuro, con l’entusiasmo, la passione e la forza che abbiamo fatto crescere in quest’ultimo anno, di cui non sentirò certo la mancanza ma che ricorderò sempre perché nel bene e nel male ha lasciato segni importanti.
m.
P.S.
Oltre alle persone che ho citato e lavorano con me, ringrazio e auguro le cose più belle a Michele Lugaresi che ha curato il progetto grafico di #jovatimeline. E ad Algoritma per la piattaforma.
Comments (2)
Grazie a te Mizio. E’ stato una gran bella collaborazione, ma del resto Lorenzo ha questo grandissimo potere: riuscire a far lavorare assieme le persone grazie alla sua trascinante energia.
Sì, Michele, è stato tutto magico, come poche volte succede nel nostro mestiere.