Sbatti il mostro in prima pagina.

Venerdì scorso Francesco Emiliani mi ha telefonato e scherzando mi ha chiesto: “com’è possibile che nella prima pagina dell’articolo sui copywriter hanno messo la tua foto? Tu, bruttino e leggermente sovrappeso? Significa che il fascino conta ancora qualcosa?”

È successo infatti che il Venerdì di Repubblica ha dedicato un articolo di due pagine al libro The Headliners, curato da Pasquale Diaferia e pubblicato da ADC group, e ha scelto la mia foto come immagine principale.

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Ebbene, ho alcune consapevolezze. Una è proprio quella di non essere un adone, tanto che più volte ho affermato che baratterei parte della mia intelligenza per essere molto più figo (in passato ho perfino cercato di usare come esoscheletro Valerio Franco, il bello degli Enfants Terribles) . Un’altra consapevolezza che ho è quella di non essere il miglior copy italiano in circolazione. E quindi quell’inattesa esposizione mediatica ha sorpreso anche me.

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La prima spiegazione che mi sono dato è che l’originalità della foto ha contribuito. Da quel cazzaro impenitente quale sono ho accettato la folle idea del fotografo: riprendermi circondato da bestie mentre gioco a poker. Al momento non avevo pensato alle conseguenze, solo dopo ho cominciato a interrogarmi sul tipo d’immagine che avrei trasmesso di me. E devo ammettere che un po’ me ne sono pentito: non sono andato alla prima presentazione del libro proprio perché mi vergognavo di vedere quella foto gigante appesa a un muro. Ma evidentemente il giornalista del Venerdì, Mario Serenellini, ha pensato diversamente: l’immagine del pubblicitario un po’ cazzaro e originale tira ancora.

Un’altra cosa che penso che abbia contribuito è la mia biografia. E cioè il fatto che prima di fare il copy abbia lavorato al porto della Spezia e che abbia fondato la mia struttura appena trentenne. Questi particolari, forse, hanno dato di me l’idea romantica di un self made man, ovvero l’uomo che si è fatto da solo (e che continuerà a farsi da solo se Massimo Guastini non la smette di intromettersi nella mia vita privata).

L’ultima riflessione è la più seria di tutte. Quando Serenellini mi ha chiamato al telefono io gli ho chiesto perché volesse parlare con me. Ero stupito del fatto che fra tanti copy, certamente più famosi e più bravi, mi avesse selezionato per approfondire un punto di vista. La sua risposta è stata che voleva parlare con qualcuno che si occupasse anche delle nuove forme di comunicazione e io ero uno dei pochi, o addirittura l’unico, che avesse un profilo del genere.

Quest’ultima cosa mi fa riflettere: significa che non solo il nostro mestiere si sta trasformando ma sta cambiando anche la percezione che noi pubblicitari diamo all’esterno.

Detto questo, chiedo scusa a tutti coloro che hanno avuto lo choc di beccarsi il mio faccione sfogliando le pagine della rivista, specie agli amici che mi hanno scritto che a causa di ciò inizieranno a leggere il Corriere, ma io mi godo comunque il piccolo successo mediatico. Tra l’altro a Lerici il primo cittadino mi sta aspettando con la banda per festeggiarmi, mentre al porto della Spezia verrò insignito dell’onorificenza di Gran Camallo.

E concludo dicendo che questa sera ci sarà la presentazione del libro The Headliners alle 18,30 alla Feltrinelli di Via Manzoni. E questa volta ci andrò, almeno per ringraziare di avermi fatto recuperare un bel po’ di punti di coolness.

Comments (6)

  1. Luigi Ferrara

    Chi era il fotografo, Toscani? 😀

  2. Anonymous

    Sembra, eh 😉 Si chiama Giorgio Gori.

  3. Anonymous

    tranquillo, Repubblica non la leggevo neanche prima…

  4. Alberto Tufano

    A mio parere, tu sei uno dei più moderni creativi italiani; quindi condivido in pieno la scelta di includerti nel libro e di usare la tua immagine per lanciare l’articolo.
    Avanti così, Mizio.
    Un abbraccio 🙂

  5. Io l’ho vista 2 sabati fa, sul divano. Mi ero appena svegliato dalla siesta e ho preso in mano il Venerdì messo sul tavolino del salotto.
    Come ho visto la foto ho pensato subito “forse sto ancora sognando”. Ma non riuscivo a capire se era un incubo o un sogno. Così ho ributtato la rivista sul tavolino e mi sono assopito di nuovo. Svegliatomi ho ripreso la rivista e ho visto che era vero.
    Il mio pensiero è stato “è pensare che qualche volta, anni fa, il Venerdì con le foto di alcune bonazze mi ha permesso di farmi da solo. Non esistono più le riviste di una volta”.

    Volevo scriverti o telefonarti, per dirti che stavo per passare a Libero o al Giornale, altro che il Corriere! 😉

    ps Giorgio Gori chi? il marito della Parodi?

  6. Evvai Mizio! Ha pesato moltissimo anche il fatto che tu sia ligure, la regione che ha dato i natali a De Andrè e Gino Paoli, per esempio. 🙂
    Eleonora

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